🇮🇹 🩰 Marghera fa il record di medaglie alla Finale Nazionale di Ginnastica Artistica ASC 2023 di Cesenatico

🇮🇹 Marghera al top italiano con l’A.S.D. Ginnastica Artistica e Danza Jazz 🇮🇹

Risultati record alla Finale a squadre ed individuale di Ginnastica Artistica ASC 2023 tenutasi a Cesenatico in questo fine settimana.

Le ginnaste accompagnate dal direttore tecnico Francesco Zohar di Karstenegg hanno fatto un’ottima figura ottenendo eccellenti piazzamenti:

  • Primo posto assoluto (nei quattro attrezzi) categoria Esordienti la Ginnasta Onoiu Ema;
  • Campionessa Nazionale alla trave categoria Esordienti la ginnasta Prandin Giada;
  • Campionessa Nazionale al trampolino categoria Esordienti la Ginnasta Zaman Lisa;
  • Campionessa Nazionale alla trave categoria Allieve 1 la ginnasta Catana Lia;
  • Campionessa Nazionale al volteggio categoria Allieve 1 la ginnasta Cordella Asia;
  • Secondo posto assoluto categoria Allieve 1 la Ginnasta Zhao Elena;
  • Vice Campionessa Nazionale al volteggio categoria Allieve 1 la ginnasta Xhelali Emili;
  • Terzo posto assoluto categoria esordienti la Ginnasta Greci Emma;
  • Secondo posto a squadre nella categoria Esordienti con le ginnaste Onoiu Ema, Greci Emma, Zaman Lisa e Prandin Giada;
  • Terzo posto a squadre nella Categoria Allieve 1con le ginnaste Cordella Asia, Catana Lia, Xhelali Emili e Zhao Elena.

L’esperienza è stata vissuta positivamente da tutte le ginnaste che, accompagnate da un bel gruppo di Sostenitori, sono riuscite a superare le loro emozioni. Il lavoro fatto in palestra in questo primo anno post covid ha iniziato a dare i suoi frutti; l’impegno dei genitori nel portare le ginnaste e le nuove attrezzature acquistate dall’associazione sportiva hanno dato quell’energia in più.

Il direttore tecnico, vedendo l’emozione negli occhi delle proprie ginnaste quando venivano chiamate sul podio, si è emozionato anche lui. In questa due giorni l’affiatamento tra le compagne di allenamento è aumentato ed è stato bello il sostegno che si davano l’un l’altra.

Il direttore tecnico ringrazia tutto lo staff dell’associazione sportiva grazie al quale si sono potuti ottenere questi risultati. Fa un caloroso ringraziamento a tutti i famigliari intervenuti all’evento che hanno sostenuto magnificamente quest’avventura facendo in modo che il tempo prima della gara passasse come in una grande famiglia serena e allegra.

Ai Complimenti a tutte le ginnaste si associa Marghera forever e il calamitante Gruppo dei Margherini DOC.

💝 CALENDARIO MARGHERA 2023 💝

Presentazione calendario di Marghera con i nuovi dolci “margherini”. Sabato 3 dicembre ore 10 al Municipio di Marghera anteprima con la distribuzione omaggio di 1000 calendari e la degustazione gratuita di 300 dolci.

Tra le immagini del calendario una rara foto con la processione della Madonna pellegrina di inizi ‘900 e un’antica mappa del territorio con segnati i toponimi “Malghera” e “Botenigo”.

Il calendario di Marghera 2023 sarà dolce in tutti i sensi. I Margherini DOC lo presenteranno assieme allo chef Roberto Giuffré sabato 3 dicembre alle ore 10 in Piazza Mercato nella Sala del Municipio di Marghera. Per la speciale occasione sarà offerta la degustazione di 300 nuovi dolci battezzati con il nome di “margherini”.

I promotori del gruppo Massimo Montefusco, Vittorio Baroni, Luca Giugie, Gabriella Traini e Michele Eto Borsetto sottolineano che “Marghera ha bisogno di più dolcezza dopo gli anni del Covid che hanno rischiato di lacerare le relazioni sociali e la fiducia nel futuro minata da continue notizie sulla guerra ai confini dell’Europa, vogliamo vivere il prossimo anno animati dallo spirito di felice amicizia e solidarietà che contraddistingue la nostra gente”.

All’evento saranno consegnate le prime 1000 copie del pratico calendario semestrale da tavolo a colori fronte retro in cartoncino. Tra le immagini storiche di Marghera è stata messa in evidenza la cisterna dell’acquedotto, una rara immagine con la processione della Madonna pellegrina di inizi ‘900, un’antica mappa del territorio con segnato i toponimi “Malghera” e “Botenigo” dove si nota la centralità di Marghera nell’incrocio tra i canali lagunari e quelli del bacino scolante. Nelle foto anche il ponte strallato sul canale ovest, le immagini dei disegni delle scuole per la nuova piscina di Marghera e un dolce tipico in corrispondenza di ogni mese dell’anno. Inclusa nel calendario la Marghera 30175 Card da ritagliare per ottenere gli sconti del 10% dei negozi aderenti.

L’iniziativa del gruppo Margherini DOC (7200 iscritti in facebook) ha ottenuto la collaborazione del presidente della Municipalità di Marghera e il sostegno di Pasticceria Milady, Centro Stampa VOLTA PAGINA e Marzaro Abbigliamento. In occasione dell’evento sarà data notizia del numero speciale “La Cisterna” che conterrà una selezione di poesie di Elio Urbinati, poeta margherino del gruppo scomparso lo scorso 17 novembre.

N.B. INGRESSO RISERVATO AGLI ISCRITTI MARGHERINI DOC CON ESPOSIZIONE DELLA MARGHERA 30175 CARD DALLO SMARTPHONE O IN FORMATO CARTACEO. DISTRIBUZIONE CALENDARI E DOLCI FINO ALL’ESAURIMENTO DELLA DISPONIBILITA’

Marghera saluta Norvegian Prima

⚓ Marghera, ecco la nave Norwegian Prima in uscita da Fincantieri per le prove in mare 👍

Norwegian Prima è una nave da crociera della Norwegian Cruise Line, capofila di sei unità della classe Leonardo. Dopo una serie di crociere inaugurali, a partire dall’agosto 2022, la Norwegian Prima sarà la nave più nuova in partenza dal Nord Europa.

Fonte galleria immagini: ncl.com

MAR GHE GERA

MAR GHE XE

Foto di Davide Grandin (18 giugno 2022)

Città del futuro con l’Istituto Grimani e la Cambridge University per Marghera eccellente

Decine di studenti certificati per l’inglese. A Marghera le differenze diventano eccellenze di valore dove si parlano già 50 lingue.

Marghera ha vissuto un evento speciale di festa per celebrare i risultati di eccellenza raggiunti nell’apprendimento della lingua inglese. All’Istituto Comprensivo Filippo Grimani si è svolta la cerimonia di consegna agli studenti delle certificazioni d’inglese Cambridge Assessment English, ente certificatore della conoscenza della lingua inglese della prestigiosa Università di Cambridge.

Marghera forever desidera dare evidenza e valore a questi importanti risultati raggiunti dall’Istituto Comprensivo Grimani, ricordando i progetti di successo (Piscina e Alfabeto di Marghera) sviluppati con la preziosa collaborazione del gruppo Margherini DOC.

Sono stati circa trenta gli studenti a conseguire questo importante riconoscimento che hanno raggiunto i certificati di livello Pre A1, A1 e A2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue. Un’occasione importante per sottolineare il valore di una formazione scolastica di stampo internazionale capace di offrire agli studenti delle possibilità ulteriori per il loro futuro, sia in ambito di studio che di lavoro.

“Il Progetto “English Certifications” è nato dall’impegno dei docenti convinti che la lingua inglese sia una competenza necessaria per affrontare la complessità della nostra società. Guidati dalla dedizione e dalla competenza dell’insegnante Claudia Zancanella. I docenti dell’IC Grimani hanno proposto, fin dai primi anni della scuola primaria, un percorso di approfondimento della lingua inglese, puntando sulla motivazione, sull’entusiasmo e sulla disponibilità ad imparare tipica dei nostri alunni.

La Dirigente Scolastica Marisa Zanon, a nome dei docenti dell’istituto, ringrazia con orgoglio per i risultati ottenuti. Un traguardo importante per gli studenti e gli insegnanti dell’I.C.F. Grimani che testimonia la costante attenzione dei dirigenti e del corpo docenti dell’istituto verso il raggiungimento di standard sempre più elevati di insegnamento.

Gli obiettivi raggiunti hanno dimostrato che una sapiente stimolazione a raggiungere i nuovi traguardi, a superare i momenti di difficoltà permette di conseguire degli ottimi livelli e offre ai giovani studenti la possibilità di dare il meglio di loro stessi. Anche durante il periodo di pandemia, gli attori di questo progetto hanno dimostrato, con coraggio e impegno, di saper valorizzare le abilità necessarie per conseguire le certificazioni.

Il raggiungimento di questo importante risultato è stato possibile grazie alla collaborazione con il Centro Esami Autorizzato IT805 (Oxford School) di Rovigo, che in qualità di Centro ufficiale Cambridge ha permesso lo svolgimento della sessione di esame.

Gli esami Cambridge Assessment English per le scuole delineano un percorso didattico che, integrandosi con i programmi ministeriali, fa crescere il livello di padronanza dell’inglese degli studenti, dai primi passi fino all’eccellenza. Le prove, create da un team di esperti per stimolare in maniera specifica l’apprendimento ad ogni età, possono essere sostenute già dalla scuola primaria e arrivano fino a quella secondaria di secondo grado.

Negli ultimi 5 anni sono stati oltre 1,2 milioni gli esami Cambridge svolti in Italia, con una media di quasi 9mila sessioni organizzate ogni dodici mesi sul territorio nazionale. La maggior parte degli istituti scolastici e delle università pubbliche e private italiane riconoscono gli esami del Cambridge Assessment English all’interno dei propri curricula e le certificazioni rappresentano un valore aggiunto significativo nei processi di selezione di aziende ed enti pubblici.

CONTATTI

Istituto Comprensivo “Filippo Grimani”

Via Canal 5 – 30175 Venezia – Marghera (VE)

Tel: 041. 920106 – 923123

Email: veic870002@istruzione.it

28 maggio premiazioni Margherini DOC scuole piscina. Torte Milady e mozzarelle Bottazzo

Venerdì 28 maggio consegna premi gustosi alle scuole vincitrici del concorso poster Piscina Marghera.

Dirette facebook.com/MargheriniDoc da Via Trieste e Piazza Mercato.

Torte e mozzarelle DOC, cioè Artigianato alimentare 100% eccellenze calamitanti di Marghera.

Scuole premiate di Marghera, Catene e Malcontenta

Le classi prime classificate Infanzia e Primaria degli istituti comprensivi “Filippo Grimani” e “Cesco Baseggio” riceveranno le torte Pasticceria Milady di Marghera.

Le classi della Secondaria prime classificate si sono aggiudicate le mozzarelle della Rosticceria Fratelli Bottazzo di Marghera.

Tutti gli alunni delle classi Primaria e Secondaria riceveranno un buono sconto del 20% per il Corso Minibolle della Scuola Sub Calypso di Marghera.

SCUOLE INFANZIA

Sezioni 1 2 3 4 scuola Rodari di Via Parco Ferroviario a Catene “UN PICCOLO MARE IN CITTÀ“, insegnanti Alecci, Bettini, Crepaldi, Fascina, Foramiti, Pagliei, Pantarotto e Sambo.

Sezione A, scuola Giovanni Paolo I “LA NOSTRA PISCINA ACQUA FRESKA”, insegnanti De Paolis e Foffano.

SCUOLE PRIMARIA

Classe 3B di Malcontenta “SPLASH!!! ANDIAMO A NUOTARE!”, insegnante Venneri.

Classe 5D scuola Grimani “RIFLESSO BLU”, insegnante Tuniz.

SCUOLE SECONDARIA

Classe 2 Tedesco 1 scuola Einaudi “IN ACQUA SI STA BENE”, insegnanti Mammoli e Ghezzo.

Classe 1C scuola Foscolo “LA PISCINA DI MARGHERA”, insegnanti Catalano, Sanfilippo, Piatto, Pastore, Bonaldi e Recca.

Sono già stati consegnati 12 buoni premio, del valore di 50€ ciascuno, agli insegnanti per l’acquisto di articoli sportivi c/o Decathlon Marghera, Marzaro abbigliamento, Passaparola calzature e Dall’Orso Store.

In totale sono stati registrati numeri da record, ben 11.265 like e love al concorso promosso dai Margherini DOC che si è tenuto dal 14 al 18 maggio scorso sui 74 poster in gara. Hanno partecipato più di 1.000 bambini e giovanissimi dai 6 ai 14 anni delle scuole di Marghera, Catene e Malcontenta, coadiuvati da circa 130 insegnanti.

I Margherini DOC dedicheranno al progetto SEA Sport Educazione Acqua un numero speciale del giornale LA CISTERNA news e storia di Marghera.

Le due dirette dei Margherini DOC saranno tramesse su facebook.com/MargheriniDoc da Via Trieste alle ore 11 e Piazza Mercato alle ore 12

Classifica generale partecipazione (file PDF) 74 poster

Tutti i 74 disegni partecipanti (link al concorso like e love) scuole Infanzia, Primaria e Secondaria:

Giorno del Ricordo 10 FEBBRAIO. L’arrivo dei profughi Giuliano Dalmati a Venezia da un racconto vero di Luigi “Gigio” Zanon

Oggi 10 febbraio ricordiamo anche i moltissimi Margherini e le loro famiglie arrivati a Venezia senza nulla, profughi italiani, cioè Esuli Giuliano Dalmati. In questo raccolto del compianto Luigi “Gigio” Zanon la storia vera di come, da veneziano che abitava in Campo della Lana, visse l’arrivo dei profughi Giuliano Dalmati a Venezia.

Ricordo di una brutta giornata

di Luigi “Gigio” Zanon

Era finita la guerra da pochi mesi ed eravamo ancora occupati dagli Alleati.

Vicino a casa mia c’era un ex convento di frati Teatini, di pertinenza della chiesa dei Tolentini, che era stato soppresso dalle famigerate leggi napoleoniche e adibito a caserma.

Prima ci furono militari italiani di non so quale specialità, poi fu occupato dagli Inglesi.

Davanti a questo ex-convento c’era uno spiazzo, che chiamavamo “campazzo” dove noi ragazzi della zona si andava a giocare. Allora abitavo in campo della Lana e la chiesa dei Tolentini era la mia parrocchia.

Un giorno, all’improvviso, gli Inglesi se ne andarono e si trasferirono in locali di pertinenza del porto perché, ci avevano detto, stavano per arrivare dei profughi e i locali dell’ex-convento servivano per loro. Inoltre gli Inglesi dovevano sorvegliare questi profughi, ma noi ragazzi non ne capivamo il motivo.

Solo ci accorgemmo che nel nostro “campazzo” si erano installati gli stessi uomini con il bracciale rosso sulla manica che qualche mese prima scorazzavano per Venezia a caccia di fascisti e di tedeschi.

Ci dissero che quelli che arrivavano erano gente non italiana, sc-iavi traditori che venivano lì sistemati in attesa di trasferirli in altri luoghi perché a Venezia non li volevano.

Gli uomini col bracciale ci “consigliarono” anche di non trattare con loro nella maniera più assoluta perché era gente per nulla raccomandabile e che se ci avessero visto giocare o ‘parlare con qualche ragazzo avrebbero preso dei provvedimenti contro di noi…

Dopo qualche giorno arrivarono.

Erano donne, vecchi, ragazzi come noi, bambini piccoli, si portavano dietro dei sacchi e alcune valige. Era una fila interminabile. Saranno stati qualche centinaio.

Una volta dentro, gli uomini dal bracciale rosso (che poi seppi che erano i partigiani della Garibaldi, sezione Ferretto) li accolsero con grida, sputi, spintoni, imprecazioni, quindi chiusero le porte dell’ex-convento e rimasero fuori di guardia.

Ogni giorno arrivavano militari, uomini ben vestiti, certi con il bracciale rosso e altri con un bracciale verde, e altri ancora.

Dalla parte del canale – perché su due lati l’ex-convento era circondato dall’acqua – ogni giorno arrivavano barche sorvegliate dagli Inglesi che scaricavano sacchi con roba da mangiare.

Passarono così un paio di mesi, poi riaprirono le scuole ed eravamo già a ottobre.

Mio padre – fortunatamente – non mi fece andare nelle Scuole Pubbliche, ma dai padri Cavanis. Quell’anno ero in terza elementare.

Verso i primi giorni di dicembre, alla chetichella, si aggiunsero a noi e nella nostra stessa classe sei di quei ragazzi che abitavano nell’ex convento e che avevamo conosciuto solo perché noi giravamo per i canali con la nostra barchetta e loro erano sempre affacciati alle finestre, dalle quali uscivano sempre degli odori a noi sconosciuti.

Anche il modo di parlare era diverso dal nostro, seppure ci si capiva benissimo e le parole erano le stesse.

Ovvio che fra ragazzi ci si parlasse, così come fu ovvio che qualche cosa ci dissero delle loro condizioni e dei motivi per cui si trovavano in quelle condizioni.

Ma da parlare con loro come Giulietta e Romeo, cioè noi in barca e loro dalle finestre, a poter dialogare direttamente a tu per tu durante la ricreazione era cosa ben diversa!

I preti se ne accorsero che a noi interessava di più parlare con questi ragazzi, piuttosto che giocare le nostre solite partite di calcio.

Allora vennero in classe, e anche nelle altre classi dove c’erano questi ragazzi, dei signori che ci spiegarono i motivi di quello che stavamo vivendo e chi veramente fossero quei ragazzi e i loro famigliari.

Erano i Profughi che scappavano dall’ Istria, dalla Dalmazia, ecc.

Ma… non ci avevano insegnato che quelli erano territori italiani? Anzi: ci avevano detto che erano territori veneziani, perché i confini di Venezia un tempo arrivavano fino a lì! E ora?

Perché li cacciavano?

Dura da capirla a otto anni! Ma un po’ alla volta ci arrivammo! E diventammo amici: alla brutta faccia dei partigiani col bracciale rosso, che intanto avevano cominciato ad andarsene del campazzo.

Così iniziammo a frequentarci, a essere amici, a giocare assieme, a vivere assieme. Alle volte loro venivano a casa mia, o dei miei amici, e alle volte eravamo noi ad andare a casa loro. A casa loro…

Piccole stanze che una volta erano le celle dei frati, oppure i grandi stanzoni con divi sori fatti di coperte sostenute da spago o da fil di ferro.

E le loro mamme e i loro nonni iniziarono a raccontare. I loro padri non c’erano o perchè erano spariti o perchè qualcuno di loro aveva trovato un lavoro fuori Venezia. Ma i più erano “semplicemente” spariti, e c’erano altre persone che da fuori facevano ricerche su dove fossero.

Di alcuni sapevano che erano prigionieri chi in Germania, chi in Russia, e chi… chi sa dove…

Ogni tanto si sentivano delle urla e dei pianti di disperazione: erano i famigliari di quelli dei quali si veniva a conoscere la fine: AMMAZZATI E GETTATI DENTRO LE FOIBE, molti di loro ancora vivi!!!

Era la prima volta in vita mia che sentivo questo nome: foiba! E mi raccontarono!

E raccontarono.

Raccontarono di quando, in piena notte, arrivavano i militari Jugoslavi – che loro chiamavano i “Tititni” – a cacciarli fuori di casa con pochi stracci e le loro case venivano immediatamente occupate dai famigliari dei titini.

Del concentramento che avevano fatto nei pressi dei moli dei porti di Pola, di Fiume, ecc. durante il trasferimento dalle loro case al porto, diversi di loro sparivano e non ne sapevano più nulla. Non ne sapevano più nulla, finchè le notizie portate dai mille canali di un Popolo in fuga non accendevano quei pianti e quelle urla!

Poi furono imbarcati su delle carrette e messi nelle stive per essere spediti come bestie o come merce nei porti italiani.

Io posso dire di come sono stati accolti a Venezia, perché me lo hanno raccontato loro stessi, non posso dire di come sono stati accolti negli altri porti, ma da come si è poi saputo, pare che il trattamento non sia stato differente.

Innanzitutto all’arrivo in rada – fuori dal porto di Venezia – vennero scortati da imbarcazioni militari con a bordo i soliti dal bracciale rosso. Una volta giunti a riva, a terra li aspettavano i militari Inglesi che li schedavano, e assieme agli Inglesi c’erano i partigiani.

Fuori dei cancelli e fuori dal recinto del porto c’erano uomini e donne che li insultavano, li chiamavano sporchi slavi, fascisti, traditori, ecc. ecc.

Rimasero sul molo del porto di Venezia per tutto il giorno e tutta la notte, finchè all’alba – dopo che i recinti del porto si furono svuotati dalla gente, li incolonnarono e li scortarono a piedi fino all’ex-convento, dove vennero ammassati.

Ogni giorno arrivavano le barche degli Alleati a portare loro il cibo, e non potevano uscire.

Solo i ragazzi per andare a scuola, e poi dentro di nuovo.

Così andarono avanti per un paio d’anni. Ovviamente la sorveglianza si era molto allentata, anzi: era quasi scomparsa. Allora anche le donne e i vecchi poterono uscire e raccontare!

E molte di quelle donne che prima li offendevano, poi le vidi piangere nell’ascoltare i loro racconti.

Ricordo ancora molti di quei ragazzi e i loro nomi.

Con uno di loro mi sono trovato imbarcato quando navigavo con le navi dell’Adriatica. Con altri rimanemmo amici.

Andando avanti con gli anni, e studiando la storia di Venezia, venni a sapere che tutti quei territori da cui erano stati scacciati erano stati da sempre Territori veneziani.

Specialmente quelli sulla costa. e ancora da prima che arrivasse Roma repubblicana e imperiale.

Poi ridivennero veneziani sotto la Repubblica Veneta. Anche se gli Ungheri e le popolazioni dei Balcani spingevano per arrivare fino alla costa, quelle furono sempre Terre venete!

L’ultima città ad ammainare la gloriosa bandiera di San Marco fu la città più meridionale della Dalmazia: Perasto. E la bandiera Veneta ancora giace sotto l’altare del Duomo di Perasto.

Poi arrivarono gli Austriaci. E loro, imponendo l’egemonia su tutte le terre da loro sottomesse, trasferirono gli abitanti dei BaIcani e dell’ entroterra fino alla costa, iniziando così una pulizia etnica ante litteram. Al punto che depredarono moltissimi dipinti dalle chiese di Venezia – a quei tempi anche lei sottomessa all’Impero – per trasferirli nelle chiese povere della Erzegovina, di Zagabria, ecc.

Questa epurazione durò fino al termine della prima guerra mondiale e al discioglimento dell’Impero Austriaco.

(Però gli Austriaci seppero mettere a buon profitto l’esperienza dei Veneti e dei Veneti Istriano- Dalmati, specie nella marineria! La famosa battaglia di Lissa lo può ben testimoniare! Quella vittoria venne classificata come l’ultima vittoria della Repubblica di Venezia! Infatti gli equipaggi delle flotta austriaca erano formati esclusivamente da Veneti e da Veneti-Istriano- Dalmati!)

Con quella battaglia molti di quei Territori ritornarono a essere italiani, finchè non giunsero i comunisti titini slavi che li scacciarono del tutto i nostri connazionali.

Qui in Italia, anzichè come fratelli, i profughi furono accolti con sputi e imprecazioni!

Nel nome della cosiddetta politica e della solidarietà comunista dell’epoca!

lo ho dovuto vedere tutto questo: all’età di otto anni!

Pensate che me ne possa dimenticare?

Gigio Zanon

Grazie di cuore a Marco Zanon che ha ricordato così “il racconto della testimonianza di mio padre quando vide gli esuli istriani arrivare a Venezia, a quell’epoca aveva solo 8 anni e non dimenticò mai quei tragici momenti, gli rimasero impressi fino alla fine…”.

Messaggio nel Giorno del Ricordo del Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

A pochi giorni dalle commemorazioni del 27 gennaio dove abbiamo fatto memoria delle stragi di vite umane compiute dal nazi-fascismo nei campi di concentramento, oggi abbiamo il dovere di ricordare tutte le vittime delle foibe e l’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra.É la disonorevole storia della violenza dell’uomo verso un altro uomo. Una triste pagina di un passato per troppi anni taciuto.Dopo l’istituzione del Giorno del Ricordo avvenuta nel 2004, le dure parole espresse dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano furono un segnale di rottura con il passato.Disse: “La tragedia di migliaia di italiani imprigionati, uccisi gettati nelle foibe assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica” che aveva come scopo “lo sradicamento della presenza italiana da quella che era, e cessò di essere, la Venezia Giulia”.Queste parole pronunciate al Quirinale arrivarono forti e chiare a squarciare quel silenzio accuratamente costruito per tacere la sofferenza di un popolo.Partecipare oggi alla cerimonia cittadina, assieme all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia rappresentata dal presidente del Comitato di Venezia Alessandro Cuk, è quindi un dovere civico per tutti noi. Sentiamo il dovere di costruire una società entro la quale la violenza conseguente all’ideologia non abbia mai più cittadinanza.Abbiamo il dovere di metterci la faccia e, con il nostro impegno quotidiano, contrastare quei rigurgiti violenti di giustificazionismo o, peggio ancora, di riduzionismo.La storia non si può modificare ma dobbiamo imparare affinché gli errori del passato non si ripetano.E’ questo l’impegno che prendiamo davanti agli occhi dei nostri fratelli Giuliano-Dalmati che ancora hanno vivi nella mente i ricordi delle violenze e delle privazioni patite.Nell’anno delle celebrazioni dei 1600 anni dalla Fondazione di Venezia, essere qui a ricordare questa Giornata assume una valenza ancora più significativa per la nostra Città. É l’occasione per ribadire il nostro legame di sangue, storia e cultura con quelle persone e quelle terre. Un impegno solenne di restare sempre vigili e memori.

A cura di Vittorio Baroni

Palais Lumiere, lezione per Porto Marghera: far convivere industria, arte, economia

Dalle pagine de IL GAZZETINO il Presidente di Confindustria Venezia lancia una sfida al territorio. Vincenzo Marinese prende ad esempio la lezione del progetto Palais Lumiere e propone di far convivere industria, arte ed economia. Prende a modello la città di Lione dove il petrolchimico convive con la città e produce ricchezza. “Occorre agire come facevano i veneziani della Serenissima che per secoli hanno guardato al mondo e ai grandi progetti”.

Fonte: articolo IL GAZZETTINO del 2 gennaio 2021

La notte che saltò in aria il Porto di Venezia

A cura del prof. Giancarlo Cunial

Foto bombardamento della Marittima, il Porto di Venezia, avvenuto il 21 marzo 1945

Mi ero da poche settimane sistemato con la mia famigliola nella nuova ed ampia casa, al secondo piano del Palazzo Soranzo a San Stin, in Venezia, quando Mussolini dichiarò guerra ai francesi.

Venni subito richiamato in servizio militare e dovetti quindi trovare un rifugio sicuro a mia moglie e ai miei figli mentre si iniziavano i bombardamenti aerei.

La mia giovane famigliola si sistemò a Valdobbiadene, dove trovò ancora gli echi della simpatia goduta da mio papà che vi era stato farmacista, presso l’ospedale, dal 1905 al 1910.

Quando fui congedato e fui sicuro che gli Alleati non avrebbero bombardato Venezia, riportai abbastanza tranquillamente la famigliola a Venezia.

La vita qui trascorreva relativamente quieta, con frequenti allarmi e incursioni aeree, ma grazie a Dio senza gravi perdite o danni, se si paragonano con quelli subiti da altre città venete.

Notevoli furono soltanto gli effetti della terribile esplosione derivante dal bombardamento diurno di una nave ancorata in Marittima (il porto di Venezia): la nave venne centrata in pieno, saltò in aria, colpì anche un deposito di mine in un magazzino del porto. Per l’esplosione si infransero i vetri delle finestre di quasi tutta la città.

Io mi trovavo ad una finestra del nostro appartamento – come sempre facevo, specialmente di notte, per vedere se l’andamento delle incursioni consigliava o meno di svegliare i bambini e farli scendere in rifugio – e osservavo attento il carosello dei bombardieri che si tuffavano in picchiata sulla Marittima, quando un qualche cosa non ben definibile , forse un movimento turbolento del fumo delle esplosioni, mi mise in allarme, tanto che mi precipitai in sala gridando a mia moglie che aveva in braccio il piccolo Giovanni di aprir le finestre e di scendere subito in rifugio coi bambini.

In quel momento si udì una terribile esplosione e i vetri, non ancora aperti, si infransero fragorosamente con grave rischio per mia moglie, per me e per Beppino che stava già scendendo solo le scale e che – come noi – miracolosamente non fu investito dalla pioggia dei frammenti di vetro…

Scendemmo quindi di corsa e ci recammo in Campo San Polo, come molti altri, temendo che ulteriori esplosioni non facessero crollare gli edifici. Il che, per fortuna, non si verificò.

Foto del magazzino del Porto di Venezia che saltò in aria per le molte mine stoccate

_______________________

IL BOMBARDAMENTO DEL PORTO DI VENEZIA, 21 MARZO 1945

Venezia è stata risparmiata dalle devastazioni e dagli orrori degli attacchi aerei per quasi tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale.

Unica eccezione era stato il mitragliamento alleato, il 14 Agosto 1944, della nave ospedale tedesca Freiburg, ormeggiata in Bacino di fronte a Palazzo Ducale che aveva causato la morte anche di 20 civili imbarcati su un battello di linea.

Soltanto dopo la distruzione dell’Abbazia di Montecassino, il 7 Aprile del ‘44, era stato stilato un elenco dei siti e delle città di interesse storico-artistico da risparmiare.

E Venezia, ovviamente, era tra i luoghi da non bombardare.

Ma gli alleati anglo-americani si erano accorti di come la città fosse divenuta snodo cruciale di una rete di trasporto fluviale, con cui i tedeschi avevano sostituito quella ferroviaria, gravemente danneggiata.

Si decise allora di attaccare il porto della città, con un’azione (il nome in codice era: Operation Bowler) che avrebbe dovuto essere quanto più possibile chirurgica. La missione fu affidata ad uno dei piloti più abili e decorati della R.A.F. (Royal Air Force): il colonnello George Westlake.

Nel assegnargli il comando, il vice-ammiraglio Foster chiarì l’assoluta priorità di non danneggiare obiettivi civili o di interesse artistico. L’operazione fu chiamata ‘bombetta’ ad indicare il cappellino borghese che avrebbero dovuto indossare, perché radiati, i militari, nel malaugurato caso avessero danneggiato qualche monumento importante.

L’azione ebbe pieno successo tattico con grave danno per l’organizzazione logistica dei nazisti.

Disgraziatamente però saltò in aria anche un magazzino in cui erano stoccate molte mine marine: l’onda d’urto che ne seguì, infatti, rase al suolo un edificio di cinque piani del vicino quartiere di Santa Marta, causando una ventina di vittime.

Lo stesso Spitfire (l’aereo da caccia monoposto ad ala bassa) che stava riprendendo lo scenario dell’attacco ne fu violentemente investito, come testimoniano le foto mosse scattate nell’occasione: l’esplosione ruppe i vetri della città e vi furono gravi danni agli affreschi del Tiepolo a Palazzo Labia. Addirittura il rosone della Chiesa di San Pietro a Murano crollò verso l’interno danneggiando l’organo.

________________________

Il testo di questo post è stato scritto dal prof. Pietro Leonardi (nato a Valdobbiadene, il 29 gennaio 1908 – morto a Venezia, il 26 gennaio 1998) papà del religioso Cavanis Giuseppe Leonardi (nel post è detto “Beppino”), uno dei più grandi icnologi viventi.

Foto del Porto di Venezia prima dell’attacco del 21 marzo 1945

Storia di Marghera con Camilla & Qual Buon Veneto – Prima puntata

Insieme al gruppo Margherini DOC abbiamo il piacere di presentarvi la prima puntata della storia di Marghera con Camilla & Qual Buon Veneto.

Nel periodo di quarantena a causa della pandemia da Coronavirus, mamma Sara con la figlia Camilla hanno intrapreso un interessante percorso di narrazione di quello che è il territorio veneziano e della sua laguna Nord e Sud.

Sara spiega che “in questi giorni mi sono anche resa conto che viviamo in un territorio estremamente fragile, abbiamo visto quanto poco basti per essere in pericolo tutti, una pandemia mondiale, una nube tossica sopra le nostre case e la nostra natura e quanto il panico possa farci cambiare velocemente i punti di vista e le priorità. Così, penso che sia giusto apprezzare ancora di più il territorio che ci circonda e la città in cui viviamo ed impegnarci a VIVERLA di più sia da cittadini, sia da turisti locali. Noi abbiamo realmente idea di dove viviamo? Da qui grazie a Marghera Forever e Margherini DOC è nato l’incontro con Qual Buon Veneto e come sempre l’unione fa la forza con la missione in comune di raccontarvi di Marghera e di tutto ciò che di bello ci circonda, siete pronti a scoprire il nostro territorio a Km 0? Noi prontissimi a narrarvelo”.

Camilla frequenta la scuola media a Marghera, Sara lavora come Guida ed accompagnatrice turistica a Venezia.

Sara Montefusco, Storia di Marghera con Camilla & Qual Buon Veneto - Prima puntata